In caso di frattura di femore si possono eseguire due tipi di intervento chirurgico:
- VITE E PLACCA: è solo per il riallineamento del femore, richiede 30 giorni di letto-poltrona o comunque la rimessa in piedi con carico parziale solo dopo il controllo radiografico;
- PROTESI CEMENTATA permette il carico parziale dopo i primi 4 giorni dall’intervento; PROTESI NON CEMENTATA ha la stessa procedura della vite-placca.
INTERVENTO | LETTO-POLTRONA | CARICO PARZIALE | CARICO TOTALE (100%) con uso di bastone controlaterale |
Protesi cementata | 7 giorni | 6 settimane | 4-6 mesi |
Protesi non cementata | 30 giorni | 12 settimane | 4-6 mesi |
Vite-placca | 30 giorni | 12 settimane | 4-6 mesi |
Dopo una frattura se il paziente torna a domicilio ma è allettato oppure non può ancora caricare al 100% potrebbe essere utile posizionare materassino e cuscino antidecubito, questo per evitare il formarsi di piaghe da decubito. Posizionare inoltre dei rotoli di gommapiuma all’esterno dell’arto operato e all’interno mantenendo l’arto esteso, se l’assistito non è collaborante utili tutori al fine di evitare la lussazione della protesi e atteggiamenti viziati.
Posizionare un archetto al letto per evitare atteggiamento in equinismo del piede a causa del peso delle coperte.
Per 40 giorni dopo l’intervento o perlomeno fino a quando il paziente no ha raggiunto la piena mobilizzazione viene di solito somministrata eparina sottocute (Fra- xiparina, Clexane, etc) associata a calze elastiche per prevenzione delle trombosi venose infatti l’immobilità causata dall’intervento e l’intervento stesso favoriscono l’insorgenza di trombosi venose profonde e superficiali.
La somministrazione di antidolorifici deve essere fatta solo a seguito di prescrizione del m.c. e/o specialista anche perché è opportuna una valutazione medica dato che il dolore è un segno di mancata calcificazione adeguata della frattura
Evitare un aumento ponderale per mantenere stabile il carico sull’arto fratturato
L’inclinazione del letto non deve essere maggiore di 30° per evitare la lussazione dell’anca
Evitare movimenti di rotazione interna dell’arto operato che potrebbero causare una lussazione dell’anca
Durante l’igiene a letto posizionare un cuscino in mezzo alle gambe e assumere la posizione in decubito laterale su lato sano per evitare di gravare troppo con il peso sulla protesi.
Posizionare l’assistito letto-poltrona per il primo mese nel seguente modo: dal 4° giorno in poi, in assenza di patologie collaterali, tutti i pazienti vengono messi in posizione assisa (ancora solo sul letto) con le gambe sporgenti dal letto. il paziente deve alzarsi ruotando dalla parte non operata (tronco, bacino e gambe) un aiuto è necessario per sollevare la parte protesizzata.
La protesi non cementata e la vite–placca non essendo subito stabili necessitano della ricalcificazione del femore prima della messa in pedi del paziente (30 giorni letto-poltrona) ; nelle cementate il paziente può deambulare con carico parziale già in quarta giornata dall’intervento
La mobilizzazione letto-poltrona serve ad evitare la sindrome da immobilizzazione (piaghe da decubito, trombosi, ipotensione ortostatica, etc.) e la lussazione della protesi.
Il passaggio, dal letto alla carrozzina (6°-7° giorno) deve essere facilitato dal familiare con la collaborazione attiva del paziente. Il paziente dovrà seguire alcuni accorgimenti:
- sedersi facendo forza sulla parte sana;
- poggiare alla pari i glutei sulla sedia (la tendenza è quella di poggiare solo sulla parte sana alzando il fianco e così facendo, aumenta il rischio di una lussazione);
- flettere l’anca sana coscia più ginocchio;
- la gamba dell’arto operato dovrà assumere una posizione semi-estesa;
- evitare la flessione e la rotazione dell’anca operata
Seduti in poltrona: mantenere le gambe lievemente divaricate; non accavallare mai le gambe; non sedersi su cuscini molli; le ginocchia non devono superare in altezza il livello delle anche. Posizionare un cuscino laterale per mantenere in asse con il ginocchio l’anca e se non è possibile utilizzare tutori articolati sempre per evitare la lussazione dell’anca.
Evitare di flettere il busto in avanti per alzarsi dalla poltrona o dalla sedia per evitare la lussazione dell’anca.
Durante la notte: non appoggiarsi in decubito laterale sul lato operato; porre un cuscino in mezzo alle gambe mantenendo le ginocchia leggermente flesse; non flettere il busto in avanti per rimboccarsi le coperte, non ruotare all’interno l’arto operato ( le ginocchia non devono “guardarsi”); non incrociare le gambe.
Esercizi isometrici e isotonici da effettuare a letto o seduti per entrambi gli arti dalla 4 giornata dopo l’intervento per mantenere e/o rafforzare il tono muscolare..
Esercizi isotonici da effettuare a letto o seduti per gli arti superiori e l’arto inferiore sano dalla 4 giornata dopo l’intervento Per mantenere e/o rafforzare il tono muscolare..
Posizionare la gamba operata su dei piani inclinati o cuscini dopo gli esercizi per prevenire la comparsa di edemi alle gambe.
Massaggio linfodrenante è importante per ridurre l’edema agli arti inferiori dovuto alla immobilità ed ad un ridotto scarico del sistema venoso e linfatico a livello popliteo soprattutto se il paziente sta in posizione flessa antalgica dell’ arto fratturato
Massaggio decontratturante e/o tonico per la presenza di contratture muscolari e di ipotrofia muscolare.
Ricordarsi che il Controllo Radiografico e la visita ortopedica vanno fatti un mese dopo l’intervento per controllare la stabilità dell’articolazione, ed eventuale inizio della deambulazione.
Deambulazione con carico parziale: Si consiglia di continuare a utilizzare le stampelle o il girello fino al controllo ambulatoriale dove si otterrà il parere favorevole dello specialista.
Salire e scendere le scale : per Salire le scale: i gradini si salgono sempre portando avanti l’arto non operato. Le stampelle vengono mantenute sul gradino inferiore fino a che anche l’arto operato non sia salito sul gradino. Scendere le scale: si scendono i gradini portando avanti sempre l’arto operato. Le stampelle vengono posizionate sul gradino inferiore, si porta avanti prima l’arto operato e poi quello sano.
Una delle più frequenti complicanze a seguito dell’intervento è l’ipontensione ortostatica che si presenta sempre tra i primi 5-20 minuti dopo l’assunzione della stazione eretta A seguito di un prolungato allettamento ed al trattamento con eparina si può andare incontro anche all’osteoporosi per cui oltre ad iniziare precocemente la mobilizzazione si somministrano Bifosfonati per 10 giorni una fiala i.m. al die, in seguito 1fl/sett.; calcio e vitamina D3.
Altra complicanza da non sottovalutare è il rischio trombosi
Solo nel 2% dei pazienti si ha infezione dell’articolazione o della ferita chirurgica per questo motivo vengono somministrati antibiotici per evitare appunto l’instaurarsi di un’infezione ed è necessario controllare e medicare giornalmente la ferita chirurgica.
La polmonite è un rischio che si può presentare dopo un importante intervento chirurgico. Per avere i polmoni liberi da ogni congestione, verranno insegnati ai pazienti una serie di esercizi respiratori.
Le persone che presentano scompensi a livello cardio-respiratorio possono seguire comunque un piano di gestione e riabilitazione della frattura di femore, rispettando i tempi e le modalità personali di risposta al compito richiesto.
BIBlIOGRAFIA
Medicina riabilitativa vol. 12° ed. 1927 Parigi Elsevier Parigi.
S.Zanolli, P. Faccini, - Nuove tecniche di Riabilitazione Motoria, Ciba-Geigy S.p.A.
Il trattamento riabilitativo nelle lesioni traumatiche dell’arto inferiore. Ennio De Giovannini. Edizioni SBM Noceto (Parma)
www.ospedaleandria.it/anca.php
www.stryker.ch/it
2 commenti:
Buonasera
Ho 65 anni, a gennaio 2010 ho subìto un intervento di osteosintesi per frattura sottocapitata al femore.
La frattura risulta consolidata ma nonostante la fisioterapia che tuttora sto effettuando, ho molti dolori soprattutto nella zona dove sono state impiantate le 3 viti di ASNIS; oltretutto non riesco neppure ad articolare l'arto; per quanto tempo dovrò essere aiutata a mettere i calzini?
Vorrei sapere se tutto ciò potrebbe essere causato da un'intolleranza alle viti o se fa parte del normale decorso post-traumatico.
RingraziandoLa anticipatamente per l'attenzione che vorrà dedicare alla mia domanda, Le porgo cordiali saluti.
Mirella - Ancona
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